di Miriam Iacovantuono

Percorrendo in lungo e in largo le strade del Molise il panorama che si presenta agli occhi del viaggiatore è fatto di colori che mutano con il cambio delle stagioni. A contribuire a questo pittoresco scenario ci sono i colori dei campi, quelli che per generazioni sono stati un vero sostentamento per numerose famiglie. E se per molti, per decenni, quei terreni dove si coltiva ogni bene, sono stati un tesoro prezioso, con gli anni qualcuno è stato abbandonato e qualcun altro, non solo in Molise, è diventato luogo di sfruttamento. Il pensiero va subito al fenomeno del caporalato che ha messo le radici anche in basso Molise. Ma c’è anche chi vede la Terra come luogo di legalità, accoglienza e inclusione socio-lavorativa, per ridare dignità alle persone e al lavoro.

Con questo scopo nasce il progetto “La Buona Terra – percorsi di inclusione sociale nel Basso Molise” con cui si vogliono realizzare percorsi formativi in ambito agricolo con il coinvolgimento di circa 15 persone, tra minori e giovani in situazione di disagio sociale, rifugiati e richiedenti asilo. Il progetto è stato presentato dall’azienda agricola Tenuta Almerita con un partenariato progettuale composto da Il Noce società cooperativa Sociale Onlus, l’Associazione Fa.C.E.D. (famiglie contro l’emarginazione e la droga) Onlus, Azienda Agricola “Il Giardino dei Ciliegi” di Marino Maurizio, Caritas diocesana di Termoli-Larino, Fondazione Istituto Gesù e Maria-Cittadella della Carità e Cooperativa Sociale Piazza Grande di Bologna. Un’ampia rete che guarda all’inclusione e al lavoro come diritto e riscatto della dignità.

Antonio Monachetti, dell’azienda agricola Tenuta Almerita e uno dei responsabili del progetto, spiega che
alla base c’è un’idea di comunità e un’idea di rete che poi si concretizza in questo specifico progetto in diverse azioni.

“Quello che abbiamo immaginato è un vero e proprio inserimento lavorativo di persone svantaggiate percorsi laboratoriali. Tutte le settimane, gli utenti farebbero attività ed esperienza con le piante e con la terra, creerebbero un semenzaio. In un’idea un po’ circolare, quei semi e quelle piante verrebbero poi piantate dalle due aziende agricole coinvolte nel progetto. Una volta al mese, poi abbiamo immaginato che gli utenti e i beneficiari possano passare dal contesto dell’orto didattico al pieno campo, attraverso la collaborazione con queste due aziende agricole. Innestato direttamente a questo percorso c’è l’idea di creare un orto produttivo come vero e proprio ramo di impresa – “L’Orto
degli Ulivi” – all’interno di Tenuta Almerita in cui fare inserimento lavorativo di almeno due beneficiari di questo percorso”.

Un progetto che porta con sé termini come inclusione, lavoro, socializzazione, ma che rappresenta anche
un ritorno alla terra come agricoltura e alla terra come luogo delle origini. Ed è questo il senso che ha mosso i passi di Antonio e della sua famiglia.

“Noi stessi come azienda agricola siamo nati un po’ da un urto, da un evento luttuoso. Abbiamo ragionato su come non disperdere quello che era un patrimonio familiare e quindi ci siamo ancorati fortemente alla terra e al nostro territorio, rafforzando ancora di più il rapporto con le nostre origini. Abbiamo ripreso i nostri viaggi mensili Bologna Termoli, Bologna Ururi, cosa che c’era ma non con questa frequenza. Persino per noi che siamo lontano è un ritorno alla terra e al territorio. Creare dei percorsi virtuosi è la dimostrazione che ci sono alternative, che si possono innescare solo però se si creano percorsi di rete, perché il vero problema che notiamo è la difficoltà di fare rete. Bisogna quindi percepirsi come dei collaboratori e non come dei concorrenti e questo credo che sia la cosa più importante del progetto”.

Un’idea progettuale che, infatti, mette in rete diverse realtà con l’obiettivo di creare percorsi lavorativi e di
inclusione in una terra che rischia l’abbandono. Un territorio che può essere luogo di riscatto per molti e di
ritorno per tanti altri. Con la consapevolezza e la determinazione di combattere per ottenere il proprio percorso là dove uno lo vuole

“e se uno lo vuole in Molise deve poterselo creare senza la necessità di dover andare via”.

Un progetto che diventa la “terapia” per tante fragilità. Tra gli utenti che già sono stati coinvolti in un percorso simile ci sono tante persone senza fissa dimora, messi in regola, retribuiti.

“Da quella esperienza hanno trovato lo stimolo di dire io ce la posso fare, riuscendo a superare anche delle fragilità che si portano dietro. Quello è il ritorno più bello e stimolante”.

L’agricoltura, ma l’opportunità di poter lavorare diventa una spinta per chi si sente perduto e diventa l’ancora con cui si rimane attaccati alla propria terra. Il progetto infatti guarda lontano.

“Con i partner stiamo cercando di fare dei percorsi che possano occupare queste persone per più tempo e i partner stessi stanno ragionando su come creare delle attività di impresa che possono occuparli per più tempo. Quindi una sinergia tra più attori”.

Il progetto “La Buona Terra – percorsi di inclusione sociale nel Basso Molise”, oltre a un percorso lavorativo, prevede anche un Festival sull’Ecologia Integrale, come enunciata dall’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, aperto alla comunità e con l’accoglienza e il soggiorno di persone in difficoltà sociale. Durante il Festival i beneficiari del progetto potranno confrontarsi con utenti senza dimora della Cooperativa Piazza Grande di Bologna per rafforzare la conoscenza e lo scambio di buone prassi.

“La nostra idea è quella di una settimana – che potrebbe andare dal 20 al 27 agosto 2022 – di approfondimenti, di relazioni, con iniziative aperte alla comunità, ma che coinvolga i 15 beneficiari del progetto più 9 utenti e che possano alternare momenti ludici e quindi di turismo sociale, a momenti di approfondimento e di lavoro”.

Il progetto “La Buona Terra – percorsi di inclusione sociale nel Basso Molise”, dunque è una iniziativa che tende la mano. Apre le porte. Dona le competenze. Disegna un percorso che guarda al futuro con un forte legame al passato e alla Terra.