I casi reali di Covid-19 in Italia potrebbero essere pari al 5% della popolazione, ossia circa 3 milioni: è questa la stima probabile, secondo l’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell’Università di Milano. “Se pensiamo a una stima dei casi reali, è probabile che oggi almeno il 5% degli italiani sia positivo”, ha detto La Vecchia all’ANSA. Una percentuale che si traduce in “un numero compreso fra 2 e 4 milioni di individui, probabilmente intorno a 3 milioni”.

A fronte del milione di casi noti, ci sarebbero perciò “circa 2 milioni di casi non registrati, probabilmente con pochi sintomi o nessuno”. Questa situazione è la conseguenza del fatto che la sottovariante Omicron BA.5 “è uno dei virus più contagiosi mai visti, con un numero di riproduzione di base R0 intorno a 20”. Vale a dire che ogni individuo infetto può causare in media 20 nuove infezioni , e questo “rende il tracciamento di fatto impossibile”, ha osservato La Vecchia.

I casi di Covid-19 in Italia hanno cominciato a risalire da circa un mese, con un aumento del 28% registrato nella prima settimana di giugno fino a un +60% della terza settimana, seguito da un aumento del 53%: “alla luce di questi dati comincia a vedersi un appiattimento dei contagi registrati, ma quelli veri sono enormemente di più”. Lo indica, per esempio, il tasso di positività fino al 27%, che risulta dal rapporto fra il numero dei casi i test, che sono circa 300.000 al giorno, “un numero basso rispetto al milione al giorno del gennaio scorso. A farli – ha detto l’esperto – sono gli asintomatici e coloro che devono uscire dalla quarantena”. Anche alla luce di questi dati, è chiaro che il milione di casi di Covid-19 registrati in Italia è distante dalla realtà.