I dl Sicurezza di Matteo Salvini potrebbero scomparire con la fine dell’estate. Al quinto incontro al Viminale concluso nella tarda serata del 30 luglio si sarebbe trovata l’intesa tra il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e gli esponenti della maggioranza su un nuovo testo che supera i testi dell’ex ministro dell’Interno. Una notizia che arriva nello stesso giorno in cui il Senato ha autorizzato il processo contro Salvini per il caso Open Arms.

Tra i punti di novità si segnalano la cancellazione delle multe milionarie alle navi ong, l’allargamento della possibilità di accedere alla protezione umanitaria, la revisione del sistema di accoglienza Siproimi, la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe comunale. Il testo sarà sottoposto all’attenzione delle autonomie locali, ma per l’approvazione  in Consiglio dei ministri se ne riparlerà a settembre.

Quello che ha portato all’approvazione del testo non è stato un percorso facile. Inizialmente le posizioni tra le diverse forze della maggioranza erano divaricate. Pd, LeU e Iv spingevano per un forte segnale di discontinuità con i provvedimenti firmati da Salvini. I Cinquestelle, che all’epoca dei decreti governavano con la Lega, volevano invece limitarsi ad accogliere i rilievi espressi dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

Nel testo trovano spazio – oltre all’eliminazione delle multe milionarie per le navi ong ed all’iscrizione all’anagrafe comunale per i richiedenti asilo –  l’ampliamento dei permessi speciali a chi rischia di subire “trattamenti inumani e degradanti” nel proprio Paese, a chi necessita di cure mediche, a chi proviene da Paesi in cui sono avvenute “gravi calamita’”; il dimezzamento dei tempi di trattenimento nei Cpr (da 180 a 90 giorni); la revisione del sistema di accoglienza Siproimi, limitato da Salvini ai soli rifugiati, prevedendo due livelli (uno di prima assistenza l’altro anche con l’integrazione) e strutture con piccoli numeri gestite da Comuni e allargate ai richiedenti asilo; la convertibilità dei permessi di soggiorno in permessi per motivi di lavoro; l’intervento sulla ‘tenuita’ del fatto’ chiesto da Mattarella riguardo le ipotesi di violenze a pubblico ufficiale.