Durante la scorsa estate, da poco passata, i social sono stati invasi da foto e video di immagini del Molise. Da ogni dove è arrivata gente con l’interesse di conoscere la nostra regione. Forse qualcuno spinto anche dalla curiosità di trovarsi davanti a qualcosa di surreale o per toccare con mano quello di cui anche riviste internazionali hanno scritto. L’hashtag Molise ha riempito le pagine Facebook e Instagram. Un rimbalzo di immagini, di commenti che hanno spinto altri a organizzare un viaggio in questo territorio. Un passaparola che per la nostra regione è stato fruttuoso.

Tra i diversi visitatori dal primo all’8 ottobre ha fatto tappa in Molise anche Ipotesi’n Rosa, un progetto che nasce nel 2013 da un’idea di Alessia Ferrante legato all’agenzia di viaggi Ipotesi Viaggi di Sesto Calende, sul Lago Maggiore.

Alessia ha raccontato che il suo è un progetto dedicato ai viaggi per le donne, ma non si tratta di viaggi per single alla ricerca dell’amore.

“Ho tante clienti che sono sole, perchè vedove o divorziate o hanno i mariti che non vogliono viaggiare e così avendo anche il patentino di accompagnatrice ho pensato di dedicare dei viaggi solo per loro. Viaggi che hanno un taglio culturale e anche enogastromico. Sono anche una sommelier e mi piace andare ad esplorare le cantine e le aziende del territorio. Viaggi dedicati alle donne che hanno voglia di scoprire il mondo. Si tratta di donne con un target di età dai 50 anni in su, che anche per l’età preferiscono appoggiarsi a questo tipo di viaggio per sentirsi meno sole, più sicure soprattutto nei viaggi all’estero, e un po’ coccolate.”

E con questo spirito Ipotesi’n Rosa è giunto anche in Molise. Una settimana alla scoperta di alcuni borghi e luoghi della cultura della nostra regione.

È stata un’esperienza meravigliosa, se c’è qualcosa di più di meraviglioso possiamo utilizzarlo. Abbiamo trovato un’accoglienza veramente fantastica da parte delle persone che ci hanno ospitato e poi è una regione bellissima”.

Un tour che è partito da Roccavivara per andare all’oleificio Trespaldum di Mafalda dove le turiste hanno seguito la raccolta delle olive e la molitura. Si sono addentrate in toto in quella esperienza e poi nell’oliveto hanno degustato la colazione del contadino, così come si faceva una volta, con i prodotti tipici del posto.

Dopo le olive è stata la volta dell’uva. Sono state a visitare due aziende vinicole di tintilia, le Cantine Cipressi e Cianfagna e se non hanno fatto l’esperienza della vendemmia hanno potuto viverla attraverso i racconti dei viticoltori.

Oltre all’olio e al vino hanno poi degustato il tartufo. Hanno assistito in tempo reale alla ricerca del tartufo accompagnando nel bosco un cavatore e il suo cane.

E poi hanno continuato il loro tour alla scoperta di Agnone e del Museo delle Campane, di Pietrabbondante e del Teatro italico, poi ancora Altilia e Castelpetroso e una deviazione a Civitacampomarano.

Alessia racconta che ci sarebbero voluti più giorni per poter continuare questa esperienza.

“Quando ho proposto il pacchetto tanti mi dicevano: ma una settimana in Molise che andiamo a fare? In realtà ho dovuto fare una selezione. Non abbiamo potuto vedere tutto e abbiamo rinunciato a visitare Campobasso e Isernia”.

Un’esperienza unica che non vede delle criticità o che comunque vengono superate dalla bellezza, dal calore della gente e dalla bontà del cibo.

A parte un po’ le strade, di criticità non ce ne sono state. Abbiamo avuto un’accoglienza anche da parte della gente che ci vedeva magari al bar e nei paesi e ci ringraziavano per essere stati in Molise. E poi quello che abbiamo notato è che c’è molta attenzione sulla questione della sicurezza per il covid. Sono state utilizzate tutte le precauzioni e noi lo abbiamo apprezzato”.

E poi, come ha affermato Alessia, il Molise ha delle unicità.

“Un’unicità potrebbe essere la lentezza in senso buono, il fatto di prendere le cose con molta calma che è un po’ tipico del sud. Il prendersi il proprio tempo, senza fretta. E poi la cordialità delle persone”.

E su questo si potrebbe lavorare. Si potrebbero organizzare itinerari anche tutti i mesi. Si potrebbero portare delle persone durante l’autunno anche tutte le settimane per poter vivere le diverse esperienze. È una regione che pochi conoscono.

È un territorio che può fare delle sue peculiarità – che altre regioni non hanno – un punto di partenza per creare dei pacchetti turistici tutto l’anno. Dei percorsi personalizzati o stagionali, dove i turisti possono fare delle esperienze uniche.

Ma su questo dobbiamo crederci con forza e lavorarci alacremente, senza sosta. Dobbiamo creare delle sinergie, senza campanilismi o indifferenza, senza invidia, ma con tanta passione e determinazione. Dobbiamo pensare che potrebbe essere un punto di partenza per arginare le criticità, per far in modo che si possano creare posti di lavoro e quindi un indotto economico che incoraggi gente a restare e a tornare. Dobbiamo pensare che abbiamo tra le mani uno scrigno prezioso unico e che può dare tanti frutti. Ma è importante però non fargli perdere la sua unicità e preziosità.