Donato Toma ha dichiarato a più riprese di non voler chiudere i confini regionali. Lo ha fatto anche stamattina in una intervista radiofonica dove ha rimarcato la volontà di decidere liberamente cosa fare per il Molise. E pure i contagi aumentano e non solo, proprio nella giornata di oggi, si è registrato il ventisettesimo decesso per covid-19.

E sulla non gestione dell’emergenza della pandemia è intervenuta anche la consigliera Micaela Fanelli.

“Quando ho sentito che circa 200mila euro erano stati spesi per le pensiline per le file ho avuto un brivido. Un doppio brivido poi nello scoprire che, poco dopo, qualcuno si è reso conto che bastava la prenotazione con un numero dedicato. Questo dimostra che continuano a essere prese decisioni inconcludenti che, oltre a prevedere investimenti errati, non risolvono nemmeno i problemi.

Sul territorio sono presenti le strutture e il personale (sul Veneziale di Isernia, i vecchi distretti mai diventati Casa della Salute, l’area particolarmente disagiata di Agnone e così dicendo per il Basso Molise), non è vero che non ci sono. E sono professionisti che possono implementare la propria formazione in pochissimo tempo. 

Lo chiediamo da tempo e sono in tantissimi a pensarla come noi. Lo chiedono, da ultimo, i tanti sindaci dei territori interessati che stanno indirizzando una richiesta formale ai vertici Asrem, a quelli della Regione e ai Commissari alla Sanità.

Nulla è stato fatto per il piano previsto dall’art. 1 del Decreto Legge numero 34 del 19 maggio 2020, relativo all’assistenza territoriale di cui le altre regioni si sono dotate e che stanno attuando. Per noi, il piano di cui all’articolo 2 del decreto, relativo al riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, è arrivato tardi e non è nemmeno lontanamente in fase di attivazione, essendo poi anche in totale disaccordo con l’Indirizzo del Consiglio regionale, che si era espresso per Larino centro Covid, al fine di non bloccare l’ordinario al nosocomio Cardarelli e separare i percorsi Covid da quelli non-Covid, così come prescritto dalle linee ministeriali.

Ma nel frattempo secondo qualcuno, va tutto bene. Purtroppo, e lo dico davvero con rammarico, niente sta andando bene e non ci vuole un comitato scientifico a supporto per poterlo affermare. 

Al San Timoteo la situazione è decisamente complicata, al Cardarelli tutto fermo per l’ex hospice, così come il passaggio per rendere strutturale la separazione dei percorsi, Covid e ordinari. Per l’hub Covid, dove l’Asrem è ora soggetto attuatore, i tempi restano lunghi e il progetto complesso vedrà la luce fra diversi mesi. Temiamo dopo il picco della pandemia. Del tutto ignota resta, infatti, la tempistica e la modalità per il potenziamento della terapia sub-intensiva e intensiva e del relativo personale, nonché i restanti fabbisogni.

Restano poi da potenziare i controlli, e, mentre per la tracciabilità arriveranno nuovi sistemi, i test rapidi o i cosiddetti test antigeni, in modo particolare per le scuole, dove in Molise davvero nulla è stato fatto per supportare l’immane lavoro dei dirigenti e di tutto il personale scolastico. Ma dove e quando? 

E continuiamo a chiederci anche che fine abbiano fatto in Molise i vaccini per i bambini fino ai sei anni, che non sono ancora arrivati, come disperatamente evidenziano i pediatri.

Quindi, Presidente Toma, Direttore e Commissari, purtroppo no, non va tutto bene.