I casi di coronavirus in Italia sono in aumento e cresce anche la pressione sugli ospedali. Il Friuli-Venezia Giulia è in zona gialla, mentre l’Alto Adige lo sarà da lunedì. Tra i parametri che incidono sul passaggio in una fascia di rischio più alta c’è – oltre all’incidenza dei casi – l’occupazione dei posti letto in ospedale, sia in terapia intensiva sia nei reparti ordinari. La soglia critica per la terapia intensiva è 10%, per i reparti ordinari 15%. Ecco, secondo i dati Agenas aggiornati al 30 novembre, le regioni italiane che superano queste soglie.
Le regioni che al momento superano la soglia critica del 10% in terapia intensiva sono tre: Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano. Poi ci sono Veneto, Marche e Lazio che sono al 10%. Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, superano la soglia del 15% Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Bolzano. I numeri dei posti letto in terapia intensiva occupati da malati Covid, comunque, sono molto diversi da quelli di un anno fa.
Nel dettaglio, il Friuli-Venezia Giulia tocca il 14% di posti letto occupati in terapia intensiva e il 23% in area non critica: supera, quindi, entrambe le soglie. Supera entrambe le soglie anche la Provincia autonoma di Bolzano: le terapie intensive sono all’11% e i reparti non critici al 20%. L’Umbria è al 13%, quindi sopra la soglia critica, nelle terapie intensive. I reparti non critici sono invece all’8%, sotto la soglia. Tocca, ma non supera, la soglia critica del 10% dei posti occupati in terapia intensiva il Lazio, che per i reparti non critici raggiunge l’11%. Situazione simile per le Marche: è al 10% per le terapie intensive e al 9% per i reparti non critici. Anche il Veneto tocca, ma non supera, la soglia del 10% in terapia intensiva, mentre i posti letto occupati negli altri reparti sono all’8%. La Valle d’Aosta, invece, supera la soglia dei posti letto occupati nei reparti non critici: è al 21%. Per le terapie intensive è al 3%.
Tutte le altre regioni italiane non superano e non toccano le due soglie di occupazione ospedaliera.