Il Tar ha comunicato di aver fatto “una lunga e puntuale ricostruzione della vicenda” (facendo riferimento anche al “rango” della normativa che s’intendeva contestare) prima di concentrarsi sulla questione di maggiore attualità, ovvero sull’obbligo in sede di esami di terza media e di maturità. I giudici si sono focalizzati nell’individuare se il termine dato dall’ordinanza (la “conclusione dell’anno scolastico 2021/2022”) dovesse essere intesa esclusivamente come il termine delle lezioni didattiche o se andasse a coprire anche il periodo in cui si svolgono le prove degli esami scolastici.
Per la maturità, la prima prova si svolgerà mercoledì 22 giugno. Mentre per l’esame di terza media la data è stabilita dai singoli istituti, ma le prove dovranno concludersi comunque “entro il 30 giugno”. Pertanto, gli esami di terza media e maturità sono compresi nell’obbligo, dal momento che il nuovo anno scolastico ricomincia formalmente il 1° settembre e atteso che per gli studenti interessati “non può certamente essere decretata la fine del loro anno scolastico”.
Il Tar conclude la sua sentenza spiegando che per permettere ai ragazzi di sostenere gli esami senza obbligo di mascherina, in anticipo quindi “rispetto al termine finale legislativamente imposto allo stato”, servirebbe un’ordinanza ministeriale di salute pubblica. Attenuare o eliminare l’obbligo d’indossare la mascherina “è ovviamente rimessa all’esclusiva responsabilità della scelta di politica legislativa nella specifica materia”, data “l’inidoneità di disporre in senso difforme a quanto previsto in apposita disposizione di rango legislativo, in mancanza di una norma che lo consenta espressamente”.
Il Codacons ha definito la sentenza amministrativa “gravissima ed errata. Il risultato di questo errore commesso dal Tar sarà che gli studenti dovranno affrontare gli esami di maturità e di terza media indossando la mascherina, con tutti i disagi e i fastidi del caso, considerato il caldo di questi giorni e le temperature raggiunte nelle aule scolastiche”, commenta l’associazione, condannata a pagare anche le spese di giudizio.