Nell’ambito della politica regionale di coesione per il ciclo 2014-2020, particolare attenzione è stata data alle aree interne. Zone marginali del territorio – circa il 60% del territorio nazionale – contraddistinte dalla presenza di piccoli Comuni, lontani dai servizi essenziali quali scuola, sanità e mobilità.

Nel 2012, per ridare voce a questo territorio, è stata avviata la Strategia Nazionale delle Aree Interne.

La SNAI, infatti, definisce gli obiettivi, gli strumenti e la governance per contrastare il fenomeno dello spopolamento dei comuni classificati come aree interne.

L’obiettivo della SNAI è invertire la rotta, ma con delle azioni concrete, che vanno a interessare la sanità, l’istruzione, il turismo, ma anche le produzioni autoctone.

Dunque, ricreare intorno a quei territori, definiti marginali, tutta l’energia e il tessuto sociale, economico e sanitario necessari alla popolazione per vivere degnamente.

Rispetto alle altre regioni però in Molise siamo in ritardo. Altri territori, infatti, hanno già visto concretizzarsi le varie strategie introdotte. Per fare qualche esempio, la Valchiavenna e la Valtellina hanno già finito il loro ciclo di programmazione. In Molise la SNAI, invece, è ferma a un palo.

Quattro sono le Strategie delle Aree Interne del Molise: Matese, Fortore, Alto Medio Sannio, Mainarde.

Nello specifico il progetto della strategia che riguarda l’area del Matese, già approvato, punta a “valorizzare il grande patrimonio agro-silvo-pastorale che contraddistingue il Matese dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e potenziando allo stesso tempo l’attrattività turistica, attraverso l’affermazione di un modello sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale”.

Dunque, un turismo di cui si è ampiamente discusso durante la stagione estiva appena passata e che ha fatto emergere potenzialità del territorio, ma anche criticità.

Nella strategia dell’area del Fortore già approvata, tra le altre cose, c’è un punto importante che riguarda il potenziamento dell’assistenza territoriale.

“Il futuro della sanità dell’area dovrà essere concepito in termini di servizi territoriali, allontanandosi gradualmente dalla mera logica del posto letto come unico indicatore. Il processo di riconfigurazione organizzativa di tutta la rete territoriale e ospedaliera prevista per l’area del Fortore nell’ambito del Programma Operativo Sanitario (POS, 2015/2018), impone l’attivazione di un’offerta di servizi più territorializzati anziché ospedalo-centrici, in grado di fornire risposte in linea con il principio di umanizzazione delle cure e dell’empowerment del paziente”.

Il progetto della Strategia dell’Alto Medio Sannio è stato approvato lo scorso luglio e tra i servizi essenziali da potenziare anche qui c’è quello sanitario. E tra le altre cose si punta sul potenziamento del pronto soccorso dell’ospedale di Agnone, ma anche sul “potenziamento dei servizi socio-sanitari erogati dai poliambulatori territoriali/Case della Salute (Trivento e Frosolone)” . Ma anche sul “potenziamento dell’offerta sanitaria attraverso le Case della Salute quali sedi unitarie di erogazione dei servizi territoriali, con ambulatori medici, servizi e strutture di degenza territoriale”.

Anche per la Strategia delle Mainarde il Dipartimento per la Coesione territoriale ha espresso parere favorevole alla procedura approntata dalle 13 amministrazioni locali della provincia pentra. E anche qui particolare importanza viene data alla sanità con l’idea di poter realizzare “un ambulatorio specialistico, convenzionato con l’ASReM (Azienda Sanitaria Regionale del Molise) a servizio di tutti i comuni dell’area, volto a garantire l’esecuzione di diverse visite specialistiche (elettrocardiogramma, eco-cardiogramma, eco-colordoppler, spirometria, ecografia multidisciplinare, gastroscopia ecc.). Questo è finalizzato a garantire un servizio di prevenzione per i malati cronici evitando le liste di attesa e gli accessi impropri al pronto soccorso, nonché i ricoveri impropri in ospedale. Si immagina una struttura flessibile, che può essere potenziata nei periodi estivi (periodo in cui si registra un aumento delle presenze legate al settore del turismo)”.

Il Molise dunque, nella realizzazione dei vari progetti, accumula dei ritardi da non sottovalutare, soprattutto se si pensa al periodo storico che stiamo vivendo caratterizzato da un’emergenza sanitaria che non possiamo mettere alle spalle.

E proprio durante la pandemia, se ancora fosse necessario ribadirlo, è venuta fuori quella solidarietà e unione che ben si rispecchia nelle forme di cooperazione che i Comuni molisani sanno e possono mettere in atto, in particolar modo nelle aree interne e tra i comuni più piccoli. Una unione che è prerogativa per l’avvio della sperimentazione e quindi della sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro (APQ) per l’attivazione delle risorse ordinarie della Legge di Stabilità 2014.

La Strategia Nazionale delle Aree Interne tra gli obiettivi si pone quello di incrementare il benessere della popolazione locale oltre a ricostruire e consolidare la vitalità delle comunità locali. Inoltre quello di valorizzare risorse naturali e culturali e di tutela dell’ambiente. Tra gli obiettivi c’è anche quello di incentivare le politiche per l’aumento dell’occupazione e quello di contenere il rischio idrogeologico.

Obiettivi importanti soprattutto in questo particolare momento storico, così come sottolineato in un’interrogazione dai consiglieri di opposizione in consiglio regionale Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla.

“In questo momento storico di emergenza sanitaria più che mai lo sblocco e l’attivazione delle risorse SNAI rappresenta un punto fondamentale per la futura ripresa e sviluppo di queste aree, di cui il Molise è caratterizzato per oltre il 90%”.

E puntando l’attenzione poi sul discorso sanitario è bene ricordare quelle che sono le misure previste nelle SNAI molisane.

“Vi sono interventi quali gli infermieri di comunità, farmacie territoriali e Borgo del benessere ed altri, tutti interventi che potranno aiutare la gestione e la prevenzione della futura fase di re-bound del Covid”.

Interventi che possono aiutare nell’emergenza sanitaria, ma che sarebbero stati ancora più utili nel momento più grave della pandemia, se solo il Molise non fosse stato in ritardo sulla tabella di marcia nell’attivazione della strategia.

Ma la SNAI sembra essere ancorata a una montagna del nostro Molise – se vogliamo usare una metafora – e non riesce a staccarsi per continuare il suo iter.

Quello che serve per sbloccare la situazione è l’assegnazione del Codice Unico di Progetto sia per l’area del Matese che per quella del Fortore, che ancora non firma l’Accordo di Programma Quadro. Oltre all’avvio dell’iter per le altre due aree – Alto Medio Sannio e Mainarde.  Questo ritardo porta anche gli stessi comuni a scoraggiarsi e a non fare i progetti.

Secondo la consigliera regionale Fanelli a questo punto serve una regia politica che riacceleri il tutto.

“Il cuore di questa strategia è la parte socio sanitaria e quella culturale e turistica. Abbiamo fermi centinaia di migliaia di euro per gli infermieri di comunità e gli OSS di comunità in un momento come questo”.

Ora è importante capire i tempi di intervento della realizzazione. E poi, in un particolare momento storico come quello che abbiamo vissuto e che non è affatto passato, è necessario capire i tempi di realizzazione degli interventi di medicina territoriale.

Non si può più aspettare o perdere tempo. Secondo Fanelli tre sono le cose importanti.

“Per le misure sanitarie il sollecito è stato ripetuto sette volte e oggi, con l’emergenza Covid è pazzesco che ancora non vengano attivate. Ci sono i soldi, c’è chi li deve attuare e come devono essere attuati, ma è grave che non viene dato il CUP – Codice Unico di Progetto – per il quale serve un passaggio molto semplice. Inoltre ci sono 6 milioni di euro destinati al Molise per le attività produttive – per cui i comuni dovranno procedere con gli avvisi. Da parte loro i comuni capofila delle aree si stanno sentendo tra loro per dare una bozza di avviso omogeneo. E poi il Recovery Fund prevede una quota significativa per le aree interne, circa tre miliardi. Il ministro Provenzano si sta battendo, per una cosa che non era mai successa prima. La legge dei piccoli comuni metteva a disposizione 30/40 miliardi di euro. Adesso, invece, c’è finalmente un riconoscimento del tema a livello nazionale come un tema di riequilibrio nazionale. Una questione messa nell’agenda del governo”.

È un dato di fatto che l’attenzione che anche a livello nazionale viene data dal governo alle aree interne e quindi anche a quelle del Molise può aiutare molto questi territori a rialzarsi. Ma è necessario che lo slancio che viene dato non venga poi stoppato a livello locale.

La SNAI è un nuovo modello d’intervento, per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo di un territorio marginale. E se in altri territori questa misura è decollata e funziona bene non possiamo rimanere sempre l’ultima ruota del carro. Il Molise deve essere al pari delle altre regioni e in questo caso i primi a capirlo devono essere gli amministratori regionali. Siano bravi a riavviare la macchina amministrativa e far ripartire l’iter affinchè le strategie delle aree Matese e Fortore, già avviate, possano concludere le procedure.  Quelle ancora ferme invece  – Mainarde e Alto Medio Sannio – possano presto firmare l’Accordo di Programma Quadro.